i prezzi di materie prime, prodotti e manufatti dell'edilizia sono ormai fuori controllo e il balzo dei costi degli ultimi dieci giorni, anche per effetto della crisi geopolitica in atto, mette fortemente a rischio i cantieri italiani. Per questa ragione, ho ritenuto importante convocare d'urgenza un'assemblea generale straordinaria di Assimpredil Ance, un'occasione di confronto tra le imprese per denunciare che il Paese si sta fermando. Una denuncia ancor più necessaria dopo il clamoroso dietrofront del Governo nel decreto taglia-prezzi, pubblicato oggi in Gazzetta Ufficiale, dal quale è scomparsa la norma che avrebbe consentito la sospensione dei cantieri a fronte dei rincari delle materie prime. Una marcia indietro inaspettata e inammissibile.
Con questa incertezza economica e senza gli approvvigionamenti necessari è impossibile tenere aperti i cantieri e completare nei tempi richiesti le opere previste dal PNRR, con grave disagio del territorio, che perderà anche questa occasione per ammodernarsi e per tutti i cittadini, che vedranno sfumare questi investimenti e rimarranno con i lavori incompiuti.
In un periodo di grande espansione del mercato delle costruzioni, di veloce crescita dei fatturati, la macchina produttiva è rimasta letteralmente "senza benzina". I principali centri di trasformazione siderurgici, gli impianti per la produzione di laterizi, di conglomerati bituminosi, di conglomerati cementizi, di isolanti, di materie plastiche, di prodotti ceramici hanno sospeso o ci hanno preannunciato possibili sospensioni dell'attività. A cascata, gli effetti si ripercuotono sulle Imprese edili che saranno, molto probabilmente, costrette a chiudere i cantieri con danni economici e sociali incalcolabili. Un pericoloso effetto domino che non lascia indenne nessuno. Ogni comparto del nostro settore ne è coinvolto.
Sapete cosa vuol dire fermare quasi il 20 % del PIL Italiano legato all'edilizia? Vuol dire fermare la salvaguardia del territorio, la riqualificazione e messa in sicurezza di scuole e ospedali, la rigenerazione urbana, la riqualificazione energetica e sismica, la riqualificazione delle città e dei quartieri degradati, la casa sociale. Bisogna impedire che ciò accada, bisogna farlo con misure adeguate che al momento non ci sono. Per questo, dico al Governo: fate in fretta!
All'esecutivo chiediamo un intervento normativo omnicomprensivo che garantisca l'adeguamento costante dei prezzi, tenendo conto dei costi reali, e che la revisione prezzi vada nel senso di un sistema di riequilibrio contrattuale dinamico. Chiediamo che sia prevista la possibilità di scioglimento dei vincoli contrattuali a seguito di offerte presentate nel 2021, e la possibilità di presentare in sede di gara anche offerte in aumento. Chiediamo ammortizzatori sociali che sostengano le imprese e i lavoratori, e azioni volte a sostenere le esigenze di liquidità delle imprese, oltre che misure atte a ridurre in modo significativo e non meramente simbolico il costo dei carburanti. Spero, in conclusione, che il Governo intervenga efficacemente e tempestivamente con una ricognizione straordinaria delle opere in fase di progettazione, al fine di valutare se le risorse stanziate anche dal PNRR sono sufficienti o se sia necessario riprogrammare gli interventi meno urgenti.
L'appello che faccio è di lavorare insieme per fermare questo assurdo effetto domino che coinvolge tutta la catena: fornitura, filiera, committenti pubblici e privati, enti finanziatori e decisori pubblici. Nessuno può tirarsi fuori. Chi pensa che quello attuale sia un momento fortunato per speculare sui prezzi ed arricchirsi, ha una visione miope. Se i lavori si fermano e le imprese chiudono ci fermiamo tutti. È in gioco il modello di sviluppo del Paese.
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