LE FACOLTA' ASSUNZIONALI DEI COMUNI
La pubblicazione del DM 17 marzo 2020 sulla definizione delle facoltà assunzionali dei Comuni, nel pieno della crisi pandemica in corso, produce non poche ambasce a carico di tutti i comuni. L’operazione normativa di cui si tratta nasce infatti per attuare l’art. 33, comma 2, del D.L. n. 34/2019, da ultimo modificato in sede di conversione del D.L. n. 162/2019 (art. 17, comma 1-ter), cioè di norme di legge pensate in tempi antecedenti all’avvento del COVID19. La delicatezza della questione, al di là dei pur notevoli tecnicismi del decreto, è sintetizzabile in poche annotazioni di fondo:
- la norma nasceva per dare (finalmente) nuovo margine di spesa e respiro programmatorio alle politiche occupazionali dei Comuni;
- è stata pensata per assicurare la reale sostenibilità della spesa di personale, nel tempo, in rapporto alla consistenza pluriennale delle entrate effettivamente esigibili;
- il decreto e i valori soglia di spesa ammessa sono il risultato dell’analisi dei dati disponibili sino al 2018;
- il suo valore politico stava tutto nella tanto attesa restituzione ai Comuni – dopo anni di blocchi/tagli orizzontali su consistenze puramente storiche di spesa e di reintegrazione spesso solo parziale del mero turn over – dell’autonomia organizzativa e finanziaria che la Carta assegna agli enti locali, in funzione di una vera responsabilizzazione nella programmazione occupazionale e della sostenibilità prospettica delle scelte da operare (anche in funzione di ragionate politiche di mirato equilibrio tra autosufficienza gestionale e necessità di motivata esternalizzazione di servizi);
- la decorrenza del decreto (20 aprile 2020, oltre tutto antecedente alla data di pubblicazione) e la durata prevista dei parametri di incidenza stabiliti (5 anni) rendono inattendibile – se non quasi nullo – il suo margine di effettiva applicazione, data l’ovvia necessità di rivedere a breve (se non già oggi) i conti pubblici di ogni ente a fronte di inevitabili cali nelle entrate future dovuti alla gravissima crisi in atto;
- la compromissione delle quote di turn over pregresse (capacità assunzionali dell’ultimo quinquennio secondo la precedente normativa) rischia di abbattere, quindi, piuttosto che far respirare, le facoltà assunzionali dei Comuni, con buona pace dei princìpi stessi che avevano ispirato l’emanazione della norma di legge che sostiene il decreto.
Una disciplina, pertanto, che – dopo tanto penare – rischia di morire sul nascere.
Siamo tutti in attesa, tra l’altro, dell’annunciata circolare esplicativa del Ministro per la Pubblica Amministrazione (da emanare di concerto con le Finanze e l’Interno), che dovrebbe recare ulteriori elementi da leggere “in combinato disposto” con le norme del decreto e che renderemo tempestivamente fruibile in newsletter con il relativo commento d’insieme.
In allegato il testo completo:
DM facoltà assunzionali Comuni.pdf
A cura di Giuseppe Canossi